LA MISTERIOSA MORTE DI JACOPO ORTIS

So di non esservi più molto simpatica da quando vi ho sfatato il mito di Antenore, e vorrei rimediare. Non si tratterà di un mito greco, ma comunque la sua bella figura la fa anche lui: Jacopo Ortis! Ebbene sì, lo sapevate che le sue ultime lettere erano timbrate Padova? Certo, Foscolo ci ha messo del suo in quanto ci è stato poi propinato sui banchi di scuola, ma dovete sapere che la storia ha un fondamento di verità.

Girolamo ortis era originario di Vito d'Asio, in provincia di Pordenone, ma alloggiava a Padova per frequentare Medicina.

Per essere precisi, Girolamo viveva con altri studenti meritevoli e bisognosi a pochi passi dal Santo, nel Collegio Pratense di via Cesarotti. Frequentava l'ultimo anno di università quando si uccise, il 29 marzo 1796, a ventitré anni non ancora compiuti, con due pugnalate: una al petto e una alla gola.

Il grande mistero che avvolge la storia di Girolamo Ortis riguarda la motivazione di tale gesto: c'è chi dice "per amore deluso", chi "per debolezza di testa", altri non azzardano ipotesi.

Ma fu proprio questa assenza di motivazioni certe a fare dello sconosciuto Girolamo Ortis il ben più noto Jacopo. Infatti ciò permise a Foscolo di immedesimarsi pienamente, trasformando le ragioni del libro nelle sue. Un'altra grande questione irrisolta riguarda l'autore e il personaggio: si saranno mai presentati? Il Foscolo negò di aver mai con6sciuto il giovane suicida, ma è plausibile che i due avessero diversi amici in comune.

A ogni modo, la storia di Girolamo giunse alle orecchie del Foscolo, che decise di trame il suo romanzo epistolare, cambiando il nome in Jacopo, in onore di Jean-Jacques Rousseau, e spostando il giorno della morte al 26 marzo 1799, sempre un martedì dopo Pasqua, e cambiando anche il luogo dell'accaduto da Padova ad Arquà.

Il suicidio di Girolamo è descritto in vari documenti dell'epoca, e ha avuto di certo riflessi negativi sui familiari, specie sui tre fratelli sacerdoti, che lo percepirono come un grande disonore.

Si sparse così la voce che il tragico epilogo fosse dovuto a un preparato somministratogli da un medico, che gli provocò un'eccessiva irrequietezza. Così facendo si riuscì a scaricare su altri la colpa e ad alleviare la pena dei familiari, che poterono in questo modo celebrare i funerali religiosi del suicida.

Ma qui viene il bello, perché i funerali si tennero nella chiesa di San Lorenzo, oggi non più esistente, la cui facciata era addossata alla tomba di Antenore, e che diede il nome al ponte romano tuttora visibile.

Quando, nel 1932, si abbatté ciò che rimaneva della parrocchia, si scoprì che sotto di essa era presente una cripta romanica adibita a uso cimiteriale, dove fu rinvenuta una grande quantità di ossa umane.

Questi ambienti dovrebbero esistere ancora, essendo stati interrati. Tutto questo per dire che, quando passate di lì ora, invece di pensare: "Oh! La tomba di Antenore!", potete raccontare a tutti che lì sotto è sepolto il fu giovane Ortis.

 



Ugo Foscolo (incisione ottocentesca).

   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori